Ecco perché Apple non vuole che compriate il prossimo iPhone

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    Ecco perché Apple non vuole che compriate il prossimo iPhone


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    Arriverà anche in Italia il programma di upgrade dell’iPhone lanciato nel corso dell’annuale evento di presentazione dei nuovi prodotti Apple. Non avrà, con ogni probabilità, l’effetto dirompente che sta avendo negli Usa, dove moltissimi acquistano un telefono sottoscrivendo un contratto con un operatore. È un modello di business tutto americano, che ha anche contribuito parecchio al successo dello smartphone Apple, e da qualche anno tende a prendere piede anche da noi: si paga il canone e insieme una rata del telefono, ma in cambio si è legati allo stesso operatore per un certo periodo, di solito almeno due anni.

    Ora Apple, che già prevede un sistema di sconti per chi riconsegna un telefono usato, ha pensato bene di offrire il nuovo iPhone 6s non solo in vendita, ma anche in una specie di leasing, con un canone mensile che parte da 32,41 dollari per modello più economico. Non è compreso il traffico voce e dati, per il quale bisogna sempre rivolgersi a un operatore, ma in compenso l’iPhone è coperto dalla garanzia Apple Care+, che copre quasi tutti i danni possibili, garantendo ad esempio anche la riparazione del vetro del display in caso di rotture. Il contratto dura anche qui due anni, ma è possibile sostituire il vecchio modello con il nuovo, se - come accade ogni dodici mesi - Apple decidesse di introdurre una versione riveduta e corretta. Questa possibilità di solito manca nei contratti degli operatori, o al massimo è prevista in cambio di una penale.

    Phil Schiller, capo del marketing Apple, ha detto a San Francisco che con Upgrade ognuno si può permettere un iPhone, ed è vero. Ma a ben vedere la spesa totale per le 24 rate è di 778 dollari, e corrisponde esattamente ai 649 dell’iPhone più 129 dell’Apple Care+, senza nessuno sconto. Ma chi partecipa al programma non si ritrova un telefono usato da poter rivendere, perché alla scadenza del contratto l’iPhone rimane ad Apple, che lo metterà di nuovo in commercio dopo averlo ricondizionato.

    I vantaggi comunque sono numerosi: intanto, appunto quello di non doversi liberare dell’apparecchio vecchio, poi di possedere sempre l’ultimo modello, coperto da una garanzia generosa, quindi di pagare la metà del prezzo richiesto dagli operatori. Infine, non bisogna dimenticare la possibilità di cambiare contratto telefonico quando si vuole, visto che il telefono non è vincolato a una rete: per chi viaggia all’estero significa anche poter utilizzare una scheda Sim locale senza essere costretto a pagare il roaming con l’operatore americano.

    Il Ceo di Apple Tim Cook cerca così di spingere il pubblico occidentale a cambiare iPhone, puntando a incrementare le vendite anche nei mercati saturi, dove sarebbe inimmaginabile il 70 per cento di crescita registrato in un anno in Cina. Negli Usa, ad esempio, secondo il Wall Street Journal oggi in media passano 26,3 mesi prima che un utente si decida ad acquistare un nuovo apparecchio; nel 2010 l’intervallo era di 18,2 mesi. Ma al tempo di Spotify e dell’auto condivisa , anche per l’iPhone non ha più importanza il possesso, quello che conta davvero è la possibilità di usarlo senza limitazioni: è la sharing economy secondo Apple.






    qpztIJg
     
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